Cos’è il teatro al Mut
Il “Teatro al Mut” è una particolare arena immersa nel bosco, formata da 7 piani terrazzati delimitati da quinte rocciose, oltre ad offrire uno scorcio di inaspettata bellezza e sorprendente scenografia, presenta un’acustica ideale per le rappresentazioni musicali. Qui tutto è di pietra, la cornice che delimita l’area è di pietra, i muretti dei terrazzamenti sono in pietra, le sedute sono in pietra. Questi luoghi sono diventati meta di gite escursionistiche, di visite scolastiche, di concerti, ma soprattutto “location principe” per l’appuntamento estivo con la “Lirica Silvestre”, rappresentazione ridotta delle migliori opere liriche, che trovano nella magia del teatro al Mut originalità artistica particolarmente apprezzata.
Come raggiungere il teatro al Mut
Il teatro al Mut si trova poco sopra la frazione di Sossai che dista 6 km dal centro della città di Belluno. Imboccata la strada della Calmada, l’antica strada bianca che dalla piazzetta dal paese porta al Nevegal, dopo un quarto d’ora di cammino si arriva al sentiero con indicazione “teatro al Mut” ed in soli 5 min., dopo aver passato vari piani terrazzati, si giunge come per magia in questo posto recondito di sorprendente suggestione.
La passione per il recupero del territorio terrazzato fa nascere il teatro
Il teatro si colloca all’interno di una vasta area di proprietà comunale vincolata all’uso civico per la frazione di Sossai, una antichissima forma di gestione della proprietà collettiva che per centinaia di anni ha consentito il sostentamento di gran parte delle famiglie del paese. Venute meno le ragioni dell’agricoltura di sussistenza, questo territorio un tempo finemente coltivato, è stato invaso dalla vegetazione spontanea tipica delle terre abbandonate che alla lunga ha occultato la particolare morfologia del paesaggio. Con il recupero e la riabilitazione funzionale della sentieristica, questi luoghi hanno assunto il toponimo “Mut” in memoria all’ultimo abitante di Sossai (persona sordo muta) che si occupò di questi territori. Da una decina di anni un gruppo di volontari ha preso a cuore il mantenimento di questi luoghi dove la fatica e l’ingegno per poter ricavare qualche fazzoletto di terra da coltivare ci hanno tramandato pregevoli costruzioni in pietra a secco, un dedalo di sentieri, muretti e casupole di suggestiva bellezza. Esempio e testimonianza di una lunga relazione armoniosa tra uomo e natura. Merita ricordare che l’arte dei muri a secco dal 2018 fa parte della lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco.
Dalla cava al teatro
Quello che oggi noi chiamiamo “il teatro”, era anticamente una cava di pietre, dalla quale provengono i sassi che costituisco i muretti e le costruzioni agricole di tutta la zona, esaurita la necessità di estrazione, anche questo luogo venne modellato con piani terrazzati da coltivare. Dopo decenni di abbandono la vegetazione aveva occultato e rovinato gran parte dei muretti, ma l’intuizione e la caparbietà di alcuni volontari ha ora trasformato quello che un tempo era luogo di scarsa produzione colturale a luogo di grande espressione culturale. La particolare morfologia del sito, incastonata tra falesie rocciose ed il dirupo sul sottostante torrente, è caratterizzata da un susseguirsi di 7 balze terrazzate unite da collegamenti gradinati in pietra a secco. Grazie alla pregevole cura del ripristino ambientale e al minuzioso recupero dei muretti che definiscono i terrazzamenti questo luogo è diventato il posto ideale per spettacoli musicali.
il pubblico visto attraverso il quartetto d’archi durante il concerto di Domenico Menini 2017